sabato 15 dicembre 2012

JoJo 2: Battle Tendency - Le sigle

La prima parte della serie animata tratta da "Le bizzarre avventure di JoJo" si è da poco conclusa, ma in Giappone è già cominciata la seconda, "Battle Tendency", ambientata nel 1938 fra America ed Europa (Venezia!) con protagonista Joseph Joestar, nipote del precedente Jonathan.

Ecco la nuova sigla d'apertura: si intitola "Bloody Stream" ed è interpretata da un cantante che si firma solo "Coda".


Come sigla finale, anche se le immagini cambiano, c'è ancora "Roundabout" degli Yes.

domenica 9 dicembre 2012

Lohengrin (La Scala 2012)

Nella stagione in cui si festeggia il doppio bicentenario di Giuseppe Verdi e Richard Wagner (nati entrambi nel 1813), la Scala – teatro "verdiano" per eccellenza – sceglie di dedicare la "prima" a un'opera di quest'ultimo, scatenando così alcune sterili polemiche. "Lohengrin" è comunque considerata da molti la più "italiana" e accessibile, stilisticamente parlando, delle opere del compositore tedesco. La lettura che è andata in scena due giorni fa alla Scala è però assai lontana da quella classica, almeno dal punto della regia e dell'allestimento scenico. Anziché nell'alto medioevo "leggendario" e romantico immaginato da Wagner (la storia si iscrive infatti nel ciclo mitologico del Santo Graal: il protagonista Lohengrin è il figlio di Parsifal, uno dei cavalieri della tavola rotonda), l'azione è stata spostata a un più "concreto" Ottocento, il secolo dello stesso compositore. E l'epica eroica, fantastica e simbolica, lascia il posto a una discutibile interpretazione psicanalitica all'insegna della patologia: Elsa è ritratta come disturbata, epilettica, vittima dei suoi stessi deliri e allucinazioni (il cigno, il più riconoscibile simbolo di quest'opera, sulla scena non compare mai, se non attraverso barlumi di ali e di piume che circondano qua e là la ragazza), mentre per la figura di Lohengrin il regista Claus Guth si è ispirato a Kaspar Hauser, il misterioso personaggio che proprio nell'Ottocento mise scompiglio nella società tedesca, comparendo dal nulla in un villaggio, privo di identità. Anziché un eroe (o addirittura un supereroe, come quelli dei fumetti, con tanto di identità segreta da non svelare mai; oppure ancora, se vogliamo rimanere nel mondo dell'opera, come il Calaf della "Turandot"), Lohengrin è qui un ragazzo fragile e insicuro, che nasce in posizione fetale perché "creato" dalla fantasia di Elsa e dunque disturbato al pari di lei. Si perdono così molti elementi del conflitto (come quello fra magia "bianca" e pura, ovvero il Cristianesimo, e magia "nera" e traditrice, ossia le antiche religioni pagane), che sopravvivono soltanto attraverso il testo del libretto ma non sono giustificati da quello che si vede in scena, a meno che non vogliamo interpretare in tale chiave le dicotomie rappresentate dai costumi (gli abiti speculari – uno bianco e uno nero – di Elsa e di Ortrud: una citazione peraltro, un po' pretestuosa, dal "Gattopardo" di Visconti). Cupa, minimale, difficile da comprendere in certi elementi (il pianoforte) ma non priva di un certo fascino lugubre è la scenografia, con quel tappeto rosso su cui si svolge l'azione e le quinte da cui, come tanti balconi simili ai palchi della stessa Scala, gli astanti assistono alle vicende che avvengono sotto di loro. Se sul regista e sulla sua ostica visione è piovuto qualche fischio, gli applausi hanno invece accolto la direzione musicale di Daniel Barenboim (che con Wagner è a proprio agio) e i cantanti, soprattutto i due protagonisti: il tenore Jonas Kaufmann e il soprano Annette Dasch. Quest'ultima è stata chiamata all'ultimo momento perché tanto la cantante "titolare" quanto la sua sostituta erano influenzate; giunta in mattinata da Berlino, si è esibita praticamente senza provare, per poi ripartirsene il giorno seguente: quasi una storia da film, e meritato trionfo personale. Bene anche René Pape nei panni solenni del re Enrico. Dell'opera – che ascoltavo per la prima volta – mi hanno colpito in particolare il preludio iniziale, il grandioso finale del primo atto, le inquietanti sonorità del secondo, il celebre "coro nuziale", e la toccante sequenza del racconto di Lohengrin sulla propria identità.

mercoledì 10 ottobre 2012

JoJo 1: Phantom Blood - Le sigle

Questo mese ha debuttato sulla tv giapponese una serie animata tratta da uno dei miei manga preferiti, "Le bizzarre avventure di JoJo" di Hirohiko Araki. Speriamo che gli ascolti siano sufficienti a far proseguire la serie a lungo, visto che il fumetto originale presenta svariati archi narrativi, uno più intrigante dell'altro!

Questa è la sigla d'apertura della prima stagione, "Phantom Blood", ambientata in Inghilterra nel 1888, con protagonista Jonathan Joestar. La canzone si intitola "Sono chi no sadame" ed è interpretata da Hiroaki "Tommy" Tominaga.


La sigla finale, invece, è il classico "Roundabout" degli Yes.

domenica 5 agosto 2012

Marilyn e la Callas

Oggi è il cinquantesimo anniversario della morte di Marilyn Monroe... Per ricordarla, ripubblico una bellissima fotografia che la ritrae insieme a un'altra grande "diva" del ventesimo secolo, Maria Callas, entrambe solari e sorridenti. La foto è stata scattata il 19 maggio 1962 a Madison Square, in occasione del compleanno di John Fitzgerald Kennedy (quello in cui Marilyn intonò il celebre "Happy birthday, Mr. President", mentre la Callas si esibì a sua volta in "L'amour est un oiseau rebelle" dalla "Carmen").

martedì 10 luglio 2012

Il mondo di ieri

Stefan Zweig, viennese di famiglia ebrea, è stato uno dei più popolari scrittori negli anni venti e trenta del ventesimo secolo (fra i suoi lavori, “La novella degli scacchi” e “Lettera da una sconosciuta”). Cosmopolita e umanista, avverso a ogni forma di nazionalismo, sostenitore di una “fratellanza” europea basata sull’arte e la cultura (non a caso il sottotitolo del volume è “Ricordi di un europeo”), amico personale di molti grandi uomini del suo tempo (da Rilke a Freud, da Joyce a Rolland, da Busoni a Strauss), in questo suo ultimo libro (fu pubblicato postumo nel 1942, dopo il suo suicidio in Brasile dove si era rifugiato in seguito alle persecuzioni naziste) redige una sorta di autobiografia e descrive in maniera personale e coinvolgente le varie fasi del mondo in cui aveva vissuto e che vedeva ormai perduto per sempre: “l’Austria Felix” del primo decennio del ventesimo secolo, epoca d’oro e rigogliosa in cui la sicurezza, la libertà e la cultura erano alla portata di tutti, e soprattutto dei giovani, prima che un conflitto “non voluto dal popolo né dai governanti, ma solo dai diplomatici” (la prima guerra mondiale) sbriciolasse ogni cosa e spazzasse via settecento anni di storia; il periodo fra le due guerre, caratterizzato da crisi economiche e da speranze di rinascita, durante i quali fu tra i primi a intravedere i germi della nuova catastrofe che si avvicinava; i numerosi viaggi in giro per il mondo e i contatti stretti con poeti, musicisti, filosofi e scrittori; la fuga in Inghilterra dopo l’Anschluss (l’annessione forzata dell’Austria da parte di Hitler) e successivamente in Sudamerica allo scoppio della seconda guerra mondiale. Documento eccezionale, ricco di aneddoti e di riflessioni che con il senno di poi acquistano ancora maggior valore, il libro espone sentimenti e illusioni, paure e speranze, facendo rivivere quegli anni da una prospettiva unica e umanissima, meglio di tanti libri di storia. Personalmente, raramente mi sono trovato così in sintonia con il carattere e le opinioni di un cronista di eventi storici.

mercoledì 4 luglio 2012

Trovato il bosone di Higgs?


Oggi gli scienziati del CERN hanno annunciato la tanto attesa osservazione del bosone di Higgs, la particella (prevista dal Modello Standard) da cui dipendono le masse di tutte le altre particelle elementari a noi conosciute. I dati provengono dall'esperimento CMS, uno dei due progetti dedicati a questa ricerca in corso al Large Hadron Collider (LHC). Se la "scoperta" verrà confermata (un passaggio, questo della verifica, che ai giornalisti e ai politici sembra sempre sfuggire), per esempio dall'esperimento ATLAS oppure dai dati del Fermilab (che ha annunciato a propria volta alcuni risultati interessanti), si tratterà di un grande successo per la fisica delle alte energie. Peccato solo che, a differenza del 1964 (quando Peter Higgs aveva predetto l'esistenza di quella che i media amano battezzare "la particella di Dio"), oggi sappiamo che la materia che conosciamo non rappresenta che un misero 4% di tutto l'Universo. Rimane da chiarire la natura della misteriosa "materia oscura" e dell'ancora più enigmatica "energia oscura", che insieme ne costituiscono il 96%. Meglio così, in fondo: che brutto quando non si ha più nulla su cui indagare!

mercoledì 6 giugno 2012

Addio, Ray Bradbury

È scomparso Ray Bradbury, maestro della fantascienza e autore di libri come "Cronache marziane" e "Fahrenheit 451". Ricordiamolo con questo videoclip (attenzione: Not Safe For Work!).

giovedì 10 maggio 2012

Lego cartoons

Riuscite a indovinare di quali personaggi si tratta?

mercoledì 28 marzo 2012

Sulle orme di Tarkovskij

Poche settimane dopo la scomparsa di Erland Josephson e pochi giorni prima di quella di Tonino Guerra, che ne erano stati rispettivamente co-protagonista e co-sceneggiatore, mi sono recato nei luoghi dove il grande regista russo Andrej Tarkovskij ha girato, nel 1983, il suo film italiano “Nostalghia”. Si tratta dell’abbazia diroccata di San Galgano, vicino Siena, e dell’antico centro termale di Bagno Vignoni, in Val d’Orcia, con la grande vasca medievale di Santa Caterina che il protagonista del film attraversava con una candela in mano.

giovedì 22 marzo 2012

Blogspot.it



Da qualche giorno, come forse avete notato, l'indirizzo di questo blog (così come quelli di tutti i blog ospitati sulla piattaforma Blogger) visibile nella barra delle URL del browser non termina più con "blogspot.com" ma con "blogspot.it" (se l'utente risiede in Italia; altrimenti finirà in .fr, .jp., .au o qualsiasi sia il codice del paese interessato). Per i lettori, in realtà, non cambia nulla: il sistema reindirizza automaticamente (redirect) il browser alla versione relativa al paese in cui ci si trova. Non c'è dunque bisogno di aggiornare i link o i blogroll.

Si tratta di un cambiamento che Blogger ha messo in atto – cito testualmente – per "fornire un maggiore supporto alla gestione locale dei contenuti". In poche parole, per poter rimuovere più facilmente contenuti in conflitto con le leggi locali dei vari paesi. Se ho ben capito, la cosa funziona così: se io pubblico un post il cui contenuto è contrario alle leggi tedesche (e solo a quelle), e qualcuno lo segnala alle autorità, Blogger renderà invisibile quel post nella versione .de, lasciandolo invece leggibile negli altri paesi.

Facile immaginare le polemiche che sorgeranno a proposito della facilità con cui alcuni governi potranno censurare contenuti scomodi nel proprio paese. In ogni caso, se si vuole continuare a leggere la versione generica del blog (quella il cui indirizzo termina in .com), basta aggiungere "/ncr" (no country redirect) al termine dell'URL, così: http://clubgroucho.blogspot.com/ncr.

mercoledì 29 febbraio 2012

Dietro le quinte: Metropolis

Foto scattate sul set del film "Metropolis" (1927) di Fritz Lang.

giovedì 23 febbraio 2012

Come volevasi dimostrare...

Alla fine sembra che, in fondo, i neutrini non siano più veloci della luce.


Sia chiaro: chi ne esce male non sono certo gli scienziati (che avevano annunciato i dati preliminari con estrema cautela, consapevoli che il progresso della scienza si basa anche sugli errori). A fare una figura barbina, come sempre, sono stati i giornalisti sensazionalisti e soprattutto i politici (vi ricordate il comunicato trionfale della Gelmini?).

lunedì 6 febbraio 2012

Avvisate i morti!

Un annuncio del Tribunale di Grosseto, pubblicato sui quotidiani di oggi e relativo al naufragio della Costa Concordia, dispone che si dia avviso della data fissata per l'udienza "ai passeggeri ed all'equipaggio della nave Costa Concordia, nonché alle vittime identificate e a quelle ancora da identificare".
Capisco la burocrazia, ma informare anche le vittime mi sembra un po' troppo!


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sabato 28 gennaio 2012

Moai

Alcune magnifiche foto scattate da mia sorella all’Isola di Pasqua.

sabato 21 gennaio 2012

Letters of note

Adriano mi ha fatto conoscere questo interessante sito che riproduce missive e corrispondenze particolarmente significative di personaggi celebri.

Fra le varie chicche, ci sono lettere di Douglas Adams, Giuseppe Verdi, Stephen Hawking, Albert Einstein, Benjamin Franklin, Kurt Vonnegut, Groucho Marx, Matt Stone, Hunter S. Thompson, Mark Twain, e molti altri.

Un esempio: questa lettera scritta da Raymond Chandler ad Alfred Hitchcock dopo aver visto il film "Delitto per delitto – L'altro uomo" per il quale proprio Chandler aveva scritto una prima bozza di sceneggiatura, scartata dopo che i rapporti fra i due si erano irrimediabilmente deteriorati. Per apprezzare al meglio lo stile sardonico del creatore di Marlowe andrebbe assolutamente letta in inglese, ma ne azzardo qui una traduzione:


6 dicembre 1950

Caro Hitch,

nonostante il tuo vasto e generoso disinteresse per i miei messaggi a proposito del copione de "L’altro uomo" e la tua incapacità di fare un qualsiasi commento su di essi, e nonostante io non abbia ricevuto da te una sola parola da quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura vera e propria – tutte cose per le quali non serbo rancore, dal momento che questo tipo di comportamento sembra far parte dello standard depravato di Hollywood – nonostante tutto questo e nonostante questa frase così contorta, sento di doverti fornire, giusto per la cronaca, qualche commento sulla cosiddetta sceneggiatura finale. Posso capire che tu non abbia apprezzato determinate cose del copione che avevo scritto, ritenendo che questa o quella scena fosse troppo lunga e che questo o quel meccanismo fosse troppo goffo. Posso capire che tu abbia cambiato idea a proposito di cose che avevi espressamente voluto, perché alcuni di questi cambiamenti potrebbero esserti stati imposti dall'alto. Quello che non riesco a capire è perché hai permesso che una sceneggiatura che in fin dei conti aveva una certa vitalità e un certo respiro venisse ridotta a una tale massa flaccida di cliché, con un gruppo di personaggi anonimi e il tipo di dialogo che a ogni sceneggiatore viene insegnato di non scrivere, quel tipo che dice ogni cosa due volte e non lascia nulla di implicito all'attore o alla cinepresa. Certamente avrai avuto le tue ragioni, ma – per usare una frase coniata un tempo da Max Beerbohm – servirebbe “una mente molto meno brillante della mia” per indovinare quali siano state.
A prescindere dal fatto che il mio nome compaia o meno nei titoli sullo schermo, non temo affatto che qualcuno possa pensare che io abbia scritto questa roba. Tutti capiranno benissimo che non l'ho fatto. Non mi sarebbe importato di nulla se tu avessi prodotto una sceneggiatura migliore, credimi. Ma se volevi qualcosa di così scialbo e all'acqua di rose, perché diavolo ti sei preoccupato di venire da me in primo luogo? Che spreco di soldi! Che spreco di tempo! E che io sia stato ben pagato non è una consolazione. Nessuno può essere pagato abbastanza per perdere il proprio tempo.

(firmato, “Raymond Chandler”)

venerdì 20 gennaio 2012

La maggioranza degli Americani

domenica 1 gennaio 2012

Il 2011 al cinema

Quella che si è appena conclusa è stata un'annata cinematografica davvero ottima, come non se ne incontravano da tempo: che dopo un decennio "buio" si cominci a rivedere la luce? Il merito, ovviamente, non è né del 3D (anche se finalmente è arrivato il primo film in cui la tridimensionalità ha una sua ragion d'essere e rappresenta un valore aggiunto: sto parlando dell'ottimo documentario "Pina" di Wim Wenders) né in generale del cinema hollywoodiano o degli effetti speciali, senza idee e in balia di sequel e remake (sono poche, infatti, le pellicole "d'intrattenimento" che hanno lasciato il segno: fra le migliori ricordo "X-Men: l'inizio" di Matthew Vaughn e il primo episodio de "Le avventure di Tintin" di Steven Spielberg, che è anche nettamente il miglior film d'animazione del 2011) bensì, come è giusto che sia, del cinema d'autore. La mia palma personale per il miglior lungometraggio visto sul grande schermo nello scorso anno se la contendono due pellicole: alla fine, mi sento di incoronare "Melancholia" di Lars von Trier, mentre al secondo posto ci metterei "Il cigno nero" di Darren Aronofsky. Altri eccellenti titoli visti nel 2011 sono stati l'iraniano "Una separazione" di Asghar Farhadi, il russo "Faust" di Aleksandr Sokurov e il britannico "Shame" di Steve McQueen (passato al festival di Venezia: nelle nostre sale arriverà a gennaio). Ma la lista dei bei film è particolarmente lunga: da "Hereafter" di Clint Eastwood a "Poetry" di Lee Chang-dong, da "Offside" di Jafar Panahi (del 2006, ma uscito soltanto ora) ad "Atmen" di Karl Marcovics, da "E ora dove andiamo?" di Nadine Labaki (anche questo arriverà nelle nostre sale solo a gennaio 2012) a "Drive" di Nicolas Winding Refn, da "Carnage" di Roman Polanski a "La pelle che abito" di Pedro Almodovar, da "Polisse" di Maïwenn a "Tomboy" di Céline Sciamma, da "Miracolo a Le Havre" di Aki Kaurismaki a "The artist" di Michel Hazanavicius. E personalmente ci aggiungo pure "Ladri di cadaveri" di John Landis! Certo, l'anno ha anche riservato qualche delusione: il cinema italiano, per esempio. Mi aspettavo di più dai film di Nanni Moretti ("Habemus papam") e Paolo Sorrentino ("This must be the place"): non brutti, intendiamoci, ma non all'altezza dei loro lavori precedenti. Quanto alle note dolenti, personalmente boccio senza troppe riserve sia "Il discorso del re" di Tom Hooper che "The tree of life" di Terrence Malick. Ma il film peggiore del 2011 è stato "La sorgente dell'amore" di Radu Mihaileanu. Infine, qualche parola sugli interpreti. L'attore dell'anno per me è stato Michael Fassbender: straordinario in "Shame", ha brillato anche in "X-Men: l'inizio" e "A dangerous method", dimostrando una grande versalità (si tratta di tre ruoli molto diversi l'uno dall'altro). Per la miglior attrice, azzarderei un ex aequo fra Natalie Portman ("Il cigno nero"), Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg (entrambe in "Melancholia").