martedì 10 luglio 2012

Il mondo di ieri

Stefan Zweig, viennese di famiglia ebrea, è stato uno dei più popolari scrittori negli anni venti e trenta del ventesimo secolo (fra i suoi lavori, “La novella degli scacchi” e “Lettera da una sconosciuta”). Cosmopolita e umanista, avverso a ogni forma di nazionalismo, sostenitore di una “fratellanza” europea basata sull’arte e la cultura (non a caso il sottotitolo del volume è “Ricordi di un europeo”), amico personale di molti grandi uomini del suo tempo (da Rilke a Freud, da Joyce a Rolland, da Busoni a Strauss), in questo suo ultimo libro (fu pubblicato postumo nel 1942, dopo il suo suicidio in Brasile dove si era rifugiato in seguito alle persecuzioni naziste) redige una sorta di autobiografia e descrive in maniera personale e coinvolgente le varie fasi del mondo in cui aveva vissuto e che vedeva ormai perduto per sempre: “l’Austria Felix” del primo decennio del ventesimo secolo, epoca d’oro e rigogliosa in cui la sicurezza, la libertà e la cultura erano alla portata di tutti, e soprattutto dei giovani, prima che un conflitto “non voluto dal popolo né dai governanti, ma solo dai diplomatici” (la prima guerra mondiale) sbriciolasse ogni cosa e spazzasse via settecento anni di storia; il periodo fra le due guerre, caratterizzato da crisi economiche e da speranze di rinascita, durante i quali fu tra i primi a intravedere i germi della nuova catastrofe che si avvicinava; i numerosi viaggi in giro per il mondo e i contatti stretti con poeti, musicisti, filosofi e scrittori; la fuga in Inghilterra dopo l’Anschluss (l’annessione forzata dell’Austria da parte di Hitler) e successivamente in Sudamerica allo scoppio della seconda guerra mondiale. Documento eccezionale, ricco di aneddoti e di riflessioni che con il senno di poi acquistano ancora maggior valore, il libro espone sentimenti e illusioni, paure e speranze, facendo rivivere quegli anni da una prospettiva unica e umanissima, meglio di tanti libri di storia. Personalmente, raramente mi sono trovato così in sintonia con il carattere e le opinioni di un cronista di eventi storici.

mercoledì 4 luglio 2012

Trovato il bosone di Higgs?


Oggi gli scienziati del CERN hanno annunciato la tanto attesa osservazione del bosone di Higgs, la particella (prevista dal Modello Standard) da cui dipendono le masse di tutte le altre particelle elementari a noi conosciute. I dati provengono dall'esperimento CMS, uno dei due progetti dedicati a questa ricerca in corso al Large Hadron Collider (LHC). Se la "scoperta" verrà confermata (un passaggio, questo della verifica, che ai giornalisti e ai politici sembra sempre sfuggire), per esempio dall'esperimento ATLAS oppure dai dati del Fermilab (che ha annunciato a propria volta alcuni risultati interessanti), si tratterà di un grande successo per la fisica delle alte energie. Peccato solo che, a differenza del 1964 (quando Peter Higgs aveva predetto l'esistenza di quella che i media amano battezzare "la particella di Dio"), oggi sappiamo che la materia che conosciamo non rappresenta che un misero 4% di tutto l'Universo. Rimane da chiarire la natura della misteriosa "materia oscura" e dell'ancora più enigmatica "energia oscura", che insieme ne costituiscono il 96%. Meglio così, in fondo: che brutto quando non si ha più nulla su cui indagare!