martedì 28 maggio 2013

Topolino 3000

Da tempo, per vari motivi (non ultimo quello di essere rimasto affezionato a storie, atmosfere e autori del passato: Scarpa, Bottaro, Cavazzano...), non compravo o leggevo "Topolino". Sporadiche letture nell'ultimo decennio mi avevano mostrato come la rivista si fosse concentrata su un pubblico esclusivamente infantile, con storie sempre più leggerine e disegnatori "cloni" l'uno dell'altro. Ho fatto ora un'eccezione per il celebrativo numero 3000, che mi ha lasciato sensazioni contrastanti. Le storie, benché appunto lontane dallo spessore dei capolavori del passato, non mi sono sembrate da buttar via, anche se immagino che per l'occasione si sia ricorso ai "grossi calibri" (fra gli sceneggiatori figurano, fra gli altri, Tito Faraci e Francesco Artibani; fra i disegnatori, oltre all'intramontabile Giorgio Cavazzano, si segnalano Corrado Mastantuono e Silvia Ziche), ma ovunque si respira un'aria di autoreferenzialità che non credo si possa spiegare soltanto con la ricorrenza da festeggiare. Mi pare che sia in atto un tentativo di "coinvolgere" a forza il pubblico, di convincerlo di far parte di una "tribù", e non con la qualità delle storie ma con l'insistenza su rimandi, riferimenti, strizzatine d'occhio che finiscono solo col distrarre durante la lettura.

Nota a margine: venticinque anni fa, poco dopo l'uscita in edicola del numero 1700, i diritti di pubblicazione di "Topolino" passavano da Mondadori alla Disney Italia, che introdusse diverse novità, come quella di indicare finalmente i nomi degli autori delle storie. E adesso (corsi e ricorsi storici), poche settimane dopo un altro fascicolo celebrativo, girano voci in rete su un nuovo cambio di editore: la testata starebbe per passare a Panini (che, fra l'altro, ha già assorbito qualche anno fa la Marvel Italia; se si pensa che negli Stati Uniti i diritti Marvel sono stati acquistati proprio dalla Disney, ecco che la cosa assume un preciso significato, quello di unificare anche da noi la produzione dei fumetti sotto una sola struttura). La notizia non è stata confermata ed è tutta da verificare (potrebbe trattarsi di una bufala internettiana), ma se fosse vera si tratterebbe del terzo cambio di editore del Topo nel nostro paese, dopo il primo "storico" passaggio di testimone fra Nerbini e Mondadori nel lontano 1935 (allora si parlava del "Topolino" giornale).