venerdì 18 ottobre 2013

Orfani 1

La prima serie mensile Bonelli interamente a colori (finora la regola del bianco e nero era stata infranta solo in occasione di collane speciali o di numeri celebrativi) è una saga di fantascienza fortemente debitrice all'immaginario dei videogiochi e dei kolossal di SF d'azione americani. Lo sceneggiatore Roberto Recchioni (che l'ha concepita dividendola in "stagioni" di 12 fascicoli l'una) e il disegnatore Emiliano Mammuccari (che ha illustrato il primo numero e creato graficamente i personaggi; le copertine sono invece di Massimo Carnevale) hanno sfornato un albo d'esordio che mette subito in chiaro le ambizioni della collana: offrire al lettore una narrazione più agile e veloce, con dialoghi più asciutti (da film d'azione, appunto) e privi della verbosità e della ridondanza tipica di molte testate bonelliane, appoggiandosi a personaggi e situazioni che richiamano alla mente topoi e stereotipi dell'intrattenimento videoludico e del cinema americano di fantascienza, ma non per sfociare nel citazionismo fine a sé stesso bensì per "risparmiare" inutili spiegoni e dedicarsi solo all'approfondimento dei protagonisti e alle loro vicende, dando per scontato quello che un lettore/spettatore appassionato del genere può benissimo intuire da solo. Ecco perché questo numero introduttivo soddisfa pienamente pur lasciando in sospeso molti retroscena relativi all'ambientazione e ai protagonisti: anche chi non avesse la pazienza di scoprire come evolverà la vicenda (finora divisa in due archi temporali: quella in cui il gruppo di protagonisti è ancora formato da bambini, e quella – collocata una decina di anni più tardi – in cui si è trasformato in un'unità di soldati speciali) può comunque divertirsi a riempire i "buchi" con la propria immaginazione, visto che gli autori gliene lasciano ampia facoltà. Dicevo della mancanza di citazionismo (a parte alcune minuscole e inevitabili eccezioni: dal titolo "Benniano" del primo numero all'apparizione dell'orso che proviene direttamente dalle tavole dei "Nuovi Mutanti" di Bill Sienkiewicz): ciò nonostante, il primo albo rivela con chiarezza alcuni debiti per quanto riguarda l'ispirazione: "Il signore delle mosche" di Golding e "Starship Troopers" di Henlein su tutti. E trasmette una forte sensazione di novità per quanto riguarda il linguaggio (sia testuale che illustrativo) all'interno del mondo Bonelli, pur senza rinunciare ad alcune caratteristiche ormai consolidate (formato, foliazione e impaginazione sono essenzialmente le stesse di tutti gli altri titoli della casa editrice: l'unica eccezione è appunto il full color, che a una prima e veloce occhiata sembra apparentare le tavole più con i comics americani che con i classici albi italiani). Insieme alla recente "Le storie", è una collana che dimostra una decisa volontà di battere strade diverse, o comunque non così "scontate", da parte della casa editrice.

martedì 8 ottobre 2013

Nobel per il bosone di Higgs



I fisici teorici Peter Higgs e François Englert hanno vinto il Premio Nobel per la Fisica grazie alla loro ipotesi (risalente a quasi cinquant'anni fa!) sul meccanismo attraverso il quale tutte le particelle subatomiche avrebbero la massa. La scoperta della "particella di Dio", come è stato ribattezzato dai media il bosone di Higgs, annunciata un anno fa al CERN di Ginevra in seguito a una serie di esperimenti effettuati nel LHC (Large Hadron Collider), il più grande acceleratore di particelle del mondo, aveva confermato la teoria. Ed ecco che da Stoccolma arriva il meritato riconoscimento (che sarebbe dovuto andare anche a Robert Brout, collaboratore di Englert scomparso nel 2011).

venerdì 4 ottobre 2013

Topolino alla Panini

La copertina di "Topolino" n. 3019, il primo numero edito da Panini, è un piccolo capolavoro. Giorgio Cavazzano è riuscito nell'impresa di realizzare un'immagine che comunica a tutti l'identità del nuovo editore (richiamando la celebre icona delle figurine dei calciatori che hanno fatto la fortuna dell'azienda modenese) senza tradire al tempo stesso lo spirito Disney. Da notare che si tratta del terzo cambio di editore per la storica testata nel nostro paese. Prima di Panini, infatti, ci sono stati Nerbini (1932-1935, nel formato "giornale"), Mondadori (1935-1988, con il passaggio nel 1949 al formato "libretto") e infine la stessa Disney Italia (1988-2013). Qui sotto, le copertine dei primi numeri dei tre editori.