sabato 31 gennaio 2015

JoJo 3: Stardust Crusaders - Nuove sigle

I protagonisti della terza serie de "Le bizzarre avventure di JoJo", attualmente in programmazione sulla tv giapponese, sono giunti in Egitto, sempre più vicini al loro obiettivo. Per l'occasione, sono state cambiate le sigle. La nuova opening, "End of the World", è interpretata dai tre cantanti delle precedenti sigle d'apertura, ovvero Hiroaki "Tommy" Tominaga, Coda e Jin Hashimoto.


Stavolta, come sigla finale, abbiamo la commovente "Last Train Home" (1987) del Pat Metheny Group.


Ma, sorpresa: nel buffissimo episodio dedicato ai fratelli Oingo & Boingo (portatori degli stand Khnum e Thoth) c'è stata una speciale sigla bonus, disegnata nello stesso stile del bizzarro fumetto-stand del fratello minore.

giovedì 1 gennaio 2015

Il 2014 al cinema

Un'annata complessivamente mediocre, inferiore senza dubbio a quella precedente. Fra i film che ho visto al cinema nel 2014, ho difficoltà a scegliere quale sia stato il migliore. Se la giocano "Il regno d'inverno - Winter Sleep" del turco Nuri Bilge Ceylan (vincitore della Palma d'Oro a Cannes), il tour de force filippino "From what is before" di Lav Diaz e la delicata pellicola francese "Le dernier coup de marteau" di Alix Delaporte. Molto bene anche "Lei" di Spike Jonze (un regista con cui finora ero stato in scarsa sintonia), "Mommy" di Xavier Dolan, "Melbourne" di Nima Javidi e "Boyhood" di Richard Linklater (un po' sopravvalutato, a dire il vero). Ma meritano anche "Lettere di uno sconosciuto" di Zhang Yimou, "Figlio di nessuno" di Vuk Ršumovic e "Interstellar" di Christopher Nolan, per non parlare dell'ultimo film d'animazione di Hayao Miyazaki, "Si alza il vento", e della pellicola di SF hollywoodiana "Edge of Tomorrow" di Doug Liman. In campo supereroistico, ho apprezzato su tutti "X-Men: Giorni di un futuro passato" di Bryan Singer.

Mi aspettavo sicuramente di più da Lars Von Trier (il tanto discusso "Nymphomaniac" mi è sembrato il suo lavoro più debole e, paradossalmente, meno estremo), da Steve McQueen (il pluripremiato "12 anni schiavo", giunto dopo due grandi pellicole, è finora il suo film peggiore) e da Martin Scorsese (non sono rimasto impressionato da "The wolf of Wall Street", che ho trovato monotono e poco coinvolgente), così come dalla trilogia de "Lo Hobbit" (che Peter Jackson ha finalmente concluso con un terzo capitolo, "La battaglia delle cinque armate", perlomeno migliore del precedente). E pur trovandoli gradevoli e interessanti, non andrei molto al di là di un'ampia sufficienza per film come "Snowpiercer" di Bong Joon-ho, "Sils Maria" di Olivier Assayas, "Leviathan" di Andrey Zvyagintsev, "Due giorni, una notte" dei Dardenne, "One on one" di Kim Ki-duk, e prodotti di intrattenimento come "Guardiani della galassia" di James Gunn e "Big Hero 6" della Disney.

Veniamo alle note dolenti. Innanzitutto il cinema italiano: quest'anno decisamente non pervenuto. Speriamo nell'anno prossimo, quando torneranno Garrone e Sorrentino. Quanto al resto, direi più male che bene per il polpettone "Noah" di Darren Aronofsky, per "Solo gli amanti sopravvivono" di Jim Jarmusch, "Maps to the stars" di David Cronenberg, "Jimmy's hall" di Ken Loach, "Pasolini" di Abel Ferrara e "Good Kill" di Andrew Niccol. Malino anche i sequel "I mercenari 3" e "Sin City: Una donna per cui uccidere", nonché il deludentissimo "Devil's Knot – Fino a prova contraria" di Atom Egoyan. Ma il punto più basso dell'annata, la palma di film peggiore fra quelli visti in sala nel 2014, va a "The counselor – Il procuratore" di un Ridley Scott che sembra ormai, ahimè, sul viale del tramonto.